Negli ultimi anni il dibattito intorno alle donne e sulle donne ha assunto una nuova energia.
La cronaca, le vicende quotidiane, affettive, familiari e lavorative mostrano che il percorso che le donne hanno fatto fin qui non è stato del tutto sufficiente a raggiungere la naturale parità con il maschile.
Noi crediamo che parte della vitalità necessaria a proseguire il cammino, coinvolgendo ambedue le parti, possa nascere anche dalla percezione che le donne debbono avere del proprio valore e del valore che portano nella comunità.
Proponiamo quindi, attraverso i nostri percorsi e workshops una condivisione e riflessione che conduca le donne a nuove consapevolezze e opportunità ed a una nuova visione culturale che aiuti uomini e donne ad un ulteriore riconoscimento reciproco.
DONNA & MADRE
INTRODUZIONE
Le relazioni socio-economiche così come le condizioni politiche delle donne nel corso degli ultimi
secoli sono ben note e sono state analizzate e descritte approfonditamente. La portata quasi inimmaginabile di ingiustizia e dolore subiti ha spinto le donne del mondo occidentale a intraprendere la loro importante battaglia politica per la parità a tuttii livelli della società e della famiglia degli anni 60 e ha avuto un grande impatto anche in altre parti del mondo. La lotta è ancora in corso ed è giusto che sia così.
Né il Movimento per i Diritti delle Donne, né i movimenti femministi più radicali hanno prestato particolare attenzione ai molti effetti che l’oppressione ha avuto a livello individuale ed esistenziale, ma sono stati descritti da molti singoli autori di autobiografie, narrativa, poesia, documentari ecc. La donna come individuo e l’immagine che ella ha di sé sono state descritte pubblicamente quando i giornalisti cercavano di analizzare i motivi per cui così poche donne, relativamente parlando, presentano domanda per posizioni di dirigenza: in breve, le donne si tengono alla larga e in una posizione subordinata dal potere.
Come consulente e psicoterapeuta ho avuto a che fare soprattutto con le difficoltà che perfino molte
giovani donne devono affrontare a un livello esistenziale nel correlarsi a se stesse e a coloro che sono loro più vicini e più cari: figli, partner e genitori.
Non ho alcun dubbio sul fatto che ciò sia dovuto a fattori di soppressione politica, sociale e religiosa, ma questo fatto di per sé non offre molto di più di una buona spiegazione.
Anche se alcuni dei fenomeni che impediscono alle donne e alle madri di utilizzare il loro pieno potenziale umano e interpersonale sono facili da spiegare in un contesto sociale e politico, essi sono applicabili anche agli uomini, sia pure per motivi diversi, e più avanti in questo saggio mi concentrerò anche su quei casi.
Come ho già detto in precedenza, spesso mi irrito quando sento descrivere le donne e le madri, sia nei media quotidiani che in contesti più seri, per il fatto che sono descritte come soggetti isolati, come se i loro comportamenti e carenze fossero dei semplici tratti della personalità, piuttosto che reazioni sociali/sistemiche.
Forse tutto è iniziato con Sigmund Freud e la sua definizione di “fissazione della madre”, che indica un’interdipendenza emotiva malsana tra madri e figli e “Il complesso di Edipo”, che descrive le emozioni a base sessuale che i figli provano verso le loro madri. Così come vale per ogni teoria (anche per le nostre), il punto di vista e l’analisi di Freud dipendevano in parte dalla cultura e dai modelli familiari del suo tempo. Quindi, sebbene le sue osservazioni potessero essere estremamente accurate allora, ora potrebbero non esserlo più, dato che ora sappiamo molte più cose sulla psicologia familiare e sulla teoria dei sistemi.
Oggi possiamo facilmente desumere che “la fissazione della madre”, anche se esiste ancora è piuttosto il risultato di assenza paterna – cioè l’assenza fisica ed emotiva degli uomini e dei padri nei loro rapporti con i partner e con i figli. Questo significa che è possibile solo sviluppare una vicinanza e un’interdipendenza malsana tra madre e figlio se esiste un rapporto insufficiente tra l’uomo e la donna in quanto l’uomo non svolge il suo ruolo.
Di conseguenza, prima di addossare alle madri l’accusa di cercare un appagamento emotivo nei loro figli e quindi formulare dubbie accuse, esse vanno incoraggiate a prendere le loro esigenze come donne sul serio e i loro partner maschili vanno riscossi dal torpore. È tempo di riformulare il vecchio detto “nessun uomo è un’isola” in: nessun essere umano è un’isola.
La solitudine delle donne e delle madri risulta evidente anche nelle famiglie di oggi, e tutto ciò che fa è generare bambini eccessivamente protetti e coccolati oppure trascurati e appesantiti da molti fardelli. Per di più, in un ambiente a dominazione femminile le ragazze rischiano di essere programmate come le loro madri e i ragazzi di diventare confusi e abbandonati,
cosa che a sua volta renderebbe ancora più difficile la loro crescita e maturazione, col rischio di essere destinati a ripetere gli stessi errori dei loro padri.
Il lato positivo, da un punto di vista femminile è che le donne e le madri tendono a essere più sagge dei loro partner maschili. Trascorrendo molto più tempo con i loro figli acquistano una visione più ampia della vita e del modo di vivere. Sfortunatamente, alcune donne hanno problemi di comunicazione che rendono loro difficile trasmettere la propria saggezza in modo positivo e ispiratore, e spaventano i loro partner attribuendogli critiche e colpe per non aver fatto quello per il quale sono spesso impreparati. Se immaginiamo l’equilibrio tra uomini e donne come un’altalena, gli uomini saranno in termini di potenza verso l’alto e in termini di saggezza ed esperienza di vita verso il basso. Mentre il primo fattore sta lentamente pareggiandosi, il secondo ha appena iniziato a farlo: sono infatti sempre di più gli uomini che decidono di impegnarsi e svolgere attivamente il loro ruolo di padre per il loro stesso bene, e non solo per compiacere le loro donne.
La situazione delle donne e delle madri nella prospettiva di questo sistema potrebbe apparire leggermente deprimente a prima vista, e potrebbe anche essere vista come una delle motivazioni che inducono un numero crescente di donne ad astenersi dal creare una famiglia. Per quanto la situazione sia facile da capire, è anche sfavorevole, dato che lo sviluppo personale a livello esistenziale risulta molto più facile nel quadro di una relazione seria con dei figli e un altro adulto. La differenza sta nel fatto che cambiare la società è una sfida travolgente a livello intellettuale e politico mentre cambiare il proprio comportamento è una sfida importante a livello emotivo.
Per “facile” non intendo emotivamente o moralmente facile: è solo più facile che far pendere la
bilancia di un’intera cultura, anche se il processo interattivo tra cultura e individuo agisce in entrambi i sensi, e talvolta in modo sorprendente.
In base alla mia esperienza come terapeuta familiare, di gruppo e della coppia ho scelto di vedere,
riconoscere e convalidare il comportamento delle donne e delle madri in riferimento all’ambiente in cui sono cresciute e hanno vissuto. Un punto di vista puramente individuale non ha senso per me quando esamino la realtà.
Jesper Juul